Buon martedì,
credo che essere di sinistra significhi vivere ponendosi sempre due domande: che conseguenze avrà una mia azione? Chi è il mio prossimo?
Seguo la politica da sempre e ne ho fatto parte per almeno un decennio, eppure non ho mai visto nessuno di noi di sinistra farsi queste due domande.
Pensare che essere di sinistra significhi solo dire agli altri come comportarsi, cosa pensare, chi applaudire, quando indignarsi, alimentando però il nostro ego con tutt’altro, inevitabilmente avrebbe portato a irreparabili disastri come quello del 25 settembre scorso. Questa sconfitta non viene da ieri, ma da cinquant’anni almeno di una sostanza sempre più stridente con la forma.
Non siamo stati capaci di onorare le imprese dei nostri nonni, di proteggere le difficili conquiste degli italiani perbene; ma, soprattutto, di mantenere un minimo di educazione, di rispetto e di probità nelle piccole cose di ogni giorno, mancando oltretutto di concretezza e di attenzione verso gli ultimi, illudendoci che un’etichetta ben confezionata rappresenti chi pretendiamo di rappresentare.
Alla fine, basta giochicchiare con questo database del Sole24Ore per confrontare la nostra attuale dialettica con le vere urgenze dell’italiano medio.
Statemi bene,
Alessandro Loppi (*)
Su risultati elettorali, vi suggerisco di leggere questi commenti online. Non saranno condivisibili, ma almeno aiutano il cervello:
- Alessandro Calvi
- Marino Sinibaldi
- Mattia Madonia
- Mario Ricciardi
- Ida Dominijanni
- David Broder