Buon sabato,
quasi sempre, le persone che manifestano per la Palestina non scendono in piazza per altri drammi in corso, spesso con un maggior numero di morti tra i civili - e origini nitide, va sottolineato (a differenza di quelle complesse che caratterizzano i 76 anni di legittima esistenza dello Stato d’Israele).
Per carattere, non sono così tranchant da definire “antisemita” buona parte dei manifestanti, anche se alcuni fanno di tutto per sembrarlo; ma registro l’inquietante e contemporaneo e costante defollowing dall’account dedicato all’Auschwitz Memorial.
Cosa c’entra? Appunto!
Statemi bene,
Alessandro Loppi (*)
OPINIONI
«La rapida diffusione degli smartphone e la prevalenza di un modello di genitorialità iperprotettivo hanno provocato una progressiva riduzione del tempo trascorso dai giovani offline. Questa condizione sarebbe la causa di una sorta di «ri-cablaggio» delle connessioni sinaptiche durante l’infanzia e l’adolescenza, e di un conseguente aumento delle malattie mentali […]
Secondo alcuni sondaggi le persone della generazione Z sono inoltre più timide e meno inclini al rischio, rispetto alle generazioni precedenti. È un fattore che potrebbe peraltro spiegare - almeno in parte - perché per la prima volta dagli anni Settanta nessuno dei principali imprenditori della Silicon Valley abbia meno di 30 anni»
[Sono gli smartphone il problema degli adolescenti? Il Post]
STORIE
Vi propongo la storia di un omosessuale, raccontata senza vittimismi o luoghi comuni: da leggere con attenzione
QUANTUNQUE DONNA
In Florida il diritto all’aborto sarà sottoposto a un referendum in contemporanea con le elezioni presidenziali USA: il significato politico è decisamente rilevante
Restando in tema di diritto all’aborto, è da incorniciare il recente j’accuse dell’Onorevole Gilda Sportiello
Il Parlamento Europeo ha chiesto di inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (impresa titanica, che come elettori dovremo supportare)
Le molestie nelle università italiane sono ancora sommerse: la denuncia di Annalisa Camilli, Internazionale
MEDIA & MEDIA
Ricordate Life? Sta tornando la sua versione cartacea
Contrordine, giornalisti: la musica techno non è stata aggiunta alla lista di “patrimoni culturali” dell’UNESCO; in realtà, è stata inserita in una lista di “patrimoni culturali immateriali” da un relativo registro tedesco
WEB/INTERNET
Ascesa e caduta dei floppy disk
Google ha avviato una sperimentazione, offrendo agli utenti le risposte dirette di un’AI alle loro ricerche, anziché mantenere la consueta scelta di opzioni cui siamo abituati. Di fatto, verrebbe penalizzato il traffico verso i siti (soprattutto quelli giornalistici, come denuncia la BBC).
[A me spaventa di più, l’assenza di libertà di scelta e di verifica]È online il World CyberCrime Index: sorpresa delle sorprese, lo Stato più cattivo di tutti è… la Russia
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DINTORNI
OpenAI avrebbe usato milioni di ore di video di YouTube per addestrare Gpt-4
Sempre più imprese scelgono modelli di AI open source, non per forza trasparenti
Restando in argomento, ecco come le aziende si accostano all’AI, secondo Vincenzo Cosenza
Dopo le inserzioni su Amazon, i paper accademici, e gli articoli online, i testi generati dall’AI stanno riempiendo anche Google Books (lo strumento che permette ricerche nei libri antichi digitalizzati o in commercio). Ed è un problema per gli accademici che lo usano per le ricerche sulla cultura e il linguaggio umano: “Se in futuro i libri generati dall'AI inizieranno a plasmare i risultati, il significato di questi risultati cambierà completamente. O saranno inaffidabili per insegnarci qualcosa sulla cultura prodotta dall'uomo, o diranno qualcosa di più cupo: che la cultura prodotta dall'uomo è stata sostituita da contenuti generati dall'AI” [Guerre di Rete]
La Commissione intelligenza artificiale per l’informazione, presieduta da Padre Paolo Benanti, dopo circa sei mesi di lavoro, ha pubblicato la sua attesa Relazione sui lavori svolti: secondo Laura Turini, è poca cosa
SOCIAL
Per Valerio Bassan, l’ibridazione tra social e televisione è sempre più forte
COSE NOTEVOLI
È possibile leggere un rotolo egizio di 3.500 anni fa? Sì
AMBIENTE
Secondo uno studio recente, lo scioglimento dei ghiacci in Groenlandia e Antartide sta rallentando la velocità angolare della Terra
SPIGOLATURE
Lo sapete quale attività fisica fa veramente bene? Camminare all’indietro
Quelli del CICAP smontano la cosiddetta “sindrome dell’Avana”
GLI AMICI SE NE VANNO
SCIENZA
Notizie di scienza della settimana, all’8 aprile 2024
Troppa solitudine fa male, anche alla salute
SPAZIO, ULTIMA FRONTIERA
Come si è formata la nostra simpatica Via Lattea? Una simulazione
Ecco l’eclissi dell’8 aprile, raccontata dalla NASA
A MODO MIO
In Italia, sussiste una sorta di ricatto a priori per cui non conviene esprimere considerazioni controcorrente su alcune opere, anche quando queste sono oggettivamente imbarazzanti. È il caso di Povere creature! (2023), un film che deve piacere per forza, nonostante sia tecnicamente mediocre ed esteticamente ridicolo.
La regia non ha nerbo né idee; il montaggio è approssimativo; la direzione della fotografia si affida a ottiche usate a casaccio e senza criterio narrativo; la sceneggiatura è un pastiche di situazioni scollegate (spero che il romanzo sia migliore, sebbene ampiamente debitore di Heinlein e Greenaway); le recitazioni, ai limiti della querela per sciatteria; la musica, una presa per i fondelli.
Si salva giusto Emma Stone, che recita con mestiere, ma senza pensare che il lavorare per sottrazione sarebbe stata la formula migliore, almeno in questo contesto.
Si dice che sia un film contro i pregiudizi, un’elegia della libertà di scelta, il simbolo del riscatto delle donne. Davvero? Trenta minuti di sesso e novanta minuti di noia, per uno sbiadito monumentino all’emancipazione femminile?