Buon sabato,
«io non sono credente, ma rispetto la fede dei credenti.
Io sono socialista, ma rispetto la fede politica degli altri e la discuto, polemizzo con loro; ma loro sono padroni di esprimere liberamente il pensiero.
Il Fascismo, no: il Fascismo lo combatto con altro animo; il Fascismo non può essere considerato una fede politica.
Il Fascismo è l’antitesi delle fedi politiche.
Il Fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche, perché il Fascismo opprimeva chi non la pensava come lui» [Sandro Pertini]
Statemi bene,
Alessandro Loppi (*)
OPINIONI
«Il solo fatto di avere un utero, appartenere al genere femminile o sentirsi donne, non basta a essere femministe o femministi. Non solo: il fatto di essere donna non basterebbe ad annullare le differenze ideologiche - profonde e sostanziali - che passano fra lo schieramento politico e gli ideali di Meloni e le radici ideologiche e filosofiche che animano il femminismo.
Se le lotte per la democrazia, per la redistribuzione della ricchezza, per i diritti dei poveri, dei più deboli e degli emarginati, per il benessere e la giustizia sociale di tutti, per la libertà di ognuno e per la separazione della Chiesa dallo Stato sono di sinistra, la destra, almeno quella nostrana sovranista, xenofoba e populista, è invece la negazione di tutto ciò»
[“No, il femminismo non può essere di destra perché non può limitare i diritti delle donne”; continua su The Vision]
STORIE
Kiwi Farms è una piattaforma online fondata nel 2013 e frequentata da estremisti della cosiddetta alt-right americana, nota per aver ospitato campagne d’odio contro componenti la comunità LGBT+, soprattutto trans.
Il metodo usato è individuare un obiettivo, ottenere e rendere note le sue informazioni personali, della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi datori di lavoro.
Dopodiché, parte una vera e propria campagna online per screditare l’obiettivo, con false accuse di vari crimini, soprattutto legati alla pedofilia. Queste campagne hanno spesso portato al licenziamento e all’isolamento delle persone attaccate.
Dopo un’iniziale resistenza, solo recentemente il server che ospita queste bestie ha bloccato il loro sito, mettendolo offline. Ma Kiwi Farms, peraltro accusato di avere avuto responsabilità in almeno tre suicidi, ha reagito spostandosi su server russi
[l’intera vicenda è su ilPost]
MEDIA
Sei Stati del Golfo hanno chiesto a Netflix di non trasmettere più contenuti che violino i valori islamici
WEB/INTERNET
Per seguire, aggiornarsi e comprendere meglio il metaverso, Vincenzo Cosenza ha tirato fuori dal cilindro della sua competenza un utile osservatorio… [una verità scomoda sul metaverso sta su… spigolature]
Smartphone, cresce la popolarità di Apple e rispunta Huawei
Smartworking, questo sconosciuto (e raramente usato bene)
Grazie alle polemiche intorno agli Anelli del potere, scopriamo cosa è il review bombing
SOCIAL
Nella prima newsletter stagionale di Guerre di Rete, Carola Frediani riassume nitidamente cosa è accaduto e cosa sta accadendo dentro e intorno a Twitter; è lungo, ma ne vale la pena
Sempre a proposito di Twitter, non ci vuole un genio per capire che introdurre il tasto “modifica” sarebbe una puttanata sesquipedale (scusate il gergalismo estremamente tecnico). Per ora sembra che verrà proposto solo a chi usa la versione a pagamento
Secondo il Garante della Privacy irlandese, Instagram ha violato la normativa europea sulla protezione dei dati personali
COSE NOTEVOLI
Se masticate l’alfabeto Cirth della lingua Khuzdul - o quello Tengwar della lingua Sindarin, ci sono le tastiere per computer fatte apposta per voi
AMBIENTE
Dopo le recenti inondazioni, il Pakistan è in ginocchio: la freddezza dei dati restituisce uno scenario impressionante
SPIGOLATURE
… in realtà, il metaverso l’ha inventato Lupo Alberto
Se volete perdere tempo, ecco di cosa parlano i cittadini e i politici in questi giorni di imbarazzante campagna elettorale
Il Giappone è un paradiso delizioso, ma anche ricco di contraddizioni: per esempio, si usano ancora i… floppy disk
Quelli di Ultimo uomo spiegano con linguaggio potabile il fair play finanziario
GLI AMICI SE NE VANNO
Questa rubrica segnala solo la scomparsa di quelle persone che in qualche modo hanno segnato la mia vita o il mio immaginario.
Lo scorso numero, avevo volutamente dimenticato Piero Angela: avendo lavorato con lui per due anni, da buon maschio italiano avrei corso il serio rischio di raccontare più me stesso che la sua figura
Ma avevo anche colpevolmente dimenticato Olivia Newton-John: rimedio, consigliandovi la lettura di questo commento di Guia SonciniElisabetta II, Regina (in tutti i sensi)
SCIENZA
Notizie di scienza della settimana, al 4 settembre 2022
A MODO MIO
Seconds Out (sesta parte)
Cominciamo dalla fine: «Un gruppo di cristiani dall'animo surriscaldato, guidati da un predicatore di nome Pietro, si misero d'accordo e si appostarono per sorprendere Ipazia mentre faceva ritorno a casa. Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brandelli del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli»
[Socrate Scolastico, Storia Ecclesiastica VII].
Non si conosce l’anno preciso della nascita di Ipazia: sicuramente durante la seconda metà del IV secolo dopo Cristo; sicuramente ad Alessandria d’Egitto, qualche lustro prima che diventasse l’evocativa capitale dell’Impero Romano d’Oriente. Della sua vita e del suo pensiero è rimasto ben poco, se non le testimonianze di due contemporanei: il filosofo neoplatonico Damascio e lo storico Socrate Scolastico.
Il padre Teone, matematico e astronomo, era il direttore del Museion, forse la più nota Accademia dell’antichità. Ipazia studiò circondata da questo sapere così eterogeneo e denso, approfondendo la sua fame di conoscenza ad Atene e in Italia, avvicinandosi inizialmente alle tesi del neoplatonismo. In poco tempo, Ipazia riuscì a superare le già ampie conoscenze del padre, al punto che in molti la consideravano migliore di lui.
Le poche testimonianze dell’epoca concordano su due punti: Ipazia era di una straordinaria bellezza, ma “stranamente” scelse coscientemente di non sposarsi. Erano anni in cui le donne erano considerate esseri inferiori: se non per la bellezza o per la posizione sociale, non avevano opportunità di essere riconosciute o di essere alla pari degli uomini.
Dopo la morte del padre, a soli 31 anni Ipazia assunse la direzione della Scuola Neoplatonica, insegnando anche matematica e filosofia. Il suo metodo e la modernità del suo pensiero divennero così apprezzati che in molti affrontavano viaggi estenuanti pur di assistere ai suoi insegnamenti.
Ipazia partecipava attivamente anche alla vita politica. Racconta Socrate Scolastico: «Per la magnifica libertà di parola e di azione che le veniva dalla sua cultura, accedeva in modo assennato anche al cospetto dei capi della città e non era motivo di vergogna per lei lo stare in mezzo agli uomini: infatti, a causa della sua straordinaria saggezza, tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore reverenziale».
Una delle opere più significative di Ipazia è un corposo commentario dell’opera di Diofanto, da molti considerato uno dei padri dell’algebra, studioso delle equazioni indeterminate e di quelle quadratiche. Ipazia ne ampliò le soluzioni e indicò nuovi processi di calcolo. Nelle “Coniche” di Apollonio, invece, approfondì figure geometriche derivanti dalle sezioni del cono, che verranno riprese solo nel XVI secolo per approfondire i cicli e le orbite planetarie.
L’Astronomia e lo studio dei moti dei corpi celesti erano un’altra delle discipline più amate dalla giovane studiosa. Ipazia approfondì i voluminosi studi di Tolomeo, confutandone la base geocentrica e ipotizzando invece la collocazione del Sole al centro del Sistema Solare.
Questa dolce ossessione per i misteri dell’Universo, quasi “obbligò” Ipazia ad inventare l’astrolabio piano: uno disco composto da anelli concentrici collegati tra loro, che poteva essere usato sia per calcolare il tempo sia per definire la posizione del Sole, delle stelle e dei pianeti. Un’altra delle invenzioni che le vengono attribuite è l’areometro, uno strumento che misura il peso specifico di un liquido.
Ipazia non poteva certo brillare così a lungo a quei tempi, senza pagare un prezzo. I conflitti sociali e religiosi erano sempre sull’orlo dello scontro aperto: anziché proporre una pacifica convivenza, appena diventato Patriarca di Alessandria, il vescovo Cirillo cavalcò il disagio dei cristiani, avallando l’epurazione anche degli “eretici” neoplatonici.
Ipazia era “pagana”, neoplatonica, fervente sostenitrice della netta distinzione tra religione e conoscenza, tra dogma e filosofia. Ma, soprattutto, era donna: donna e indipendente. La sua condotta e il suo pensiero erano l’emblema di tutto ciò che andava polverizzato.
Nel marzo del 415 dopo Cristo, fu letteralmente fatta a pezzi da alcuni fanatici cristiani. Le sue polveri e le sue parole sembrarono dissolversi per sempre, ma non per Raffaello che nel 1511 ne dissimulò la figura tra i grandi nomi del suo capolavoro La Scuola di Atene. È a partire dal Settecento che la personalità di Ipazia ricompare pressoché definitivamente, partendo proprio dalla voce “Eclettici” contenuta nell’Enciclopedia di Diderot e d’Alambert. Di lì a poco, si contarono numerosi testi che ne ricostruirono la vita e il pensiero in maniera sempre meno parziale.
Tra gli insospettabili ammiratori contemporanei che omaggiano Ipazia anche nelle loro opere, citiamo Umberto Eco, Hugo Pratt, Dario Fo e Franca Rame. A Ipazia è dedicato anche il Centro Internazionale Donne e Scienza, creato nel 2004 dall’UNESCO a Torino per sostenere lo studio, la ricerca e la formazione in particolare delle donne scienziate del Mediterraneo.