Buon sabato,
ricorda, cittadino, questa data.
E spiegala ai tuoi figli. E ai figli dei tuoi figli.
Racconta loro come un giorno un popolo in rivolta si sia liberato dall’oppressione.
E narra loro le mille e mille gesta di quei prodi, che sui monti, nei borghi e in ogni luogo, sbarrarono il passo all’invasore.
Né ti scordar dei morti. Né ti scordar di raccontare cos’è stato il Fascismo e il Nazismo e la Guerra.
Ricorda le rovine, le stragi, la fame e la miseria, lo scroscio delle bombe e il pianto delle madri.
Ricordati di Buchenwald, delle camere a gas, dei forni crematori.
E tutto questo spiega ai tuoi figli. E ai figli dei tuoi figli.
Non perché l’odio e la vendetta duri, ma perché ben sappian quale immenso bene sia la libertà.
E imparino ad amarla.
E la conservino intatta.
E la difendano sempre
[Comune di Scandicci, lapide per il 25 aprile 1945]
Statemi bene,
Alessandro Loppi (*)
OPINIONI
«I fatti che Fratelli d’Italia finge di non vedere sono in realtà sotto gli occhi di tutti, tra leggi anti-Lgbtq+ (già condannate lo scorso luglio dal Parlamento Europeo), corruzione, censura e limitazioni alla libertà d’espressione e al pluralismo dei media, atti discriminatori contro migranti e richiedenti asilo - e modifiche alla costituzione ad personam, garantendo a Orbán i pieni poteri. Forse il partito di Meloni le considera normali azioni politiche, legittimando i soprusi e l’ostruzionismo. D’altronde non possiamo aspettarci altro da una leader che dichiara, riguardo l’aborto, di “non voler togliere diritti ma di aggiungerne, come il diritto per le donne di non farlo”. Il diritto di non abortire è una novità abbastanza eccentrica, non esistendo alcuna legge che impedisca il parto. È come se domani Meloni si svegliasse e dichiarasse: “Non vogliamo togliere diritti agli omosessuali, ma aggiungerne, come il diritto di diventare eterosessuali”»
[“Ecco la “democrazia” di Orbán che ispira FDI e Lega”, continua su The Vision]
STORIE
Si parla dei fuorisede (studenti e lavoratori) solo quando si tratta di elemosinarne il voto. Eppure, il loro è un diritto negato da molti anni
MEDIA
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WEB/INTERNET
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INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DINTORNI
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COSE NOTEVOLI
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SPIGOLATURE
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GLI AMICI SE NE VANNO
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Valerji Poljakov, cosmonauta
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François Corteggiani, fumettista
SCIENZA
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SPAZIO, ULTIMA FRONTIERA
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Marte, zitto zitto buono buono, forse il rover Perseverance avrebbe trovato dei probabili indizi di una probabile precedente forma di vita
A MODO MIO
Seconds Out (ottava parte)
“Will & Grace” è una sit-com andata in onda dal 1998 al 2006 - e dal 2017 al 2020: 246 episodi da 20 minuti l’uno, distribuiti in 11 stagioni complessive. Le prime sono di notevole qualità: ben scritte, tirate, innovative e ricche di intuizioni; poi, ad un certo punto, è come se qualcuno avesse tirato il freno a mano, sviluppando una produzione medio bassa, più spinta dall’inerzia che da buone sceneggiature.
Comunque, è una serie che ha scosso la storia della televisione perché affronta l’omosessualità con una certa disinvoltura. Tra i cameo che hanno rafforzato il suo successo, ecco l’ironia e la dolcezza di un attore poco noto al pubblico italiano: Gregory Hines.
Micidiale ballerino di tip-tap, nonché eccellente cantante, riconoscibile per le sue occhiaie e una simpaticissima faccia da schiaffi, non ha mai avuto grande presa al di fuori degli USA.
Tra i titoli della sua filmografia, lo ricordo sia per questo momento in “Cotton Club” (1984), sia per aver recitato ne “Il sole a mezzanotte” (1985), sciapetto film ambientato in piena Guerra Fredda, dove interpreta un disertore americano (con il pallino del ballo), in competizione con Mikhail Baryshnikov, disertore sovietico. I due diventeranno amici, solo dopo averci deliziato con questa scena danzereccia (splendida, nonostante un montaggio poco attento).
Hines non ha mai fatto mistero di avere come riferimento artistico Sammy Davis Jr., con cui ha condiviso il palco in qualche circostanza (come questa).
Ma se proprio volete apprezzarlo al meglio, magari passando un quarto d’ora che vi farà rappacificare con la vita, date un’occhiata a questo video, oppure a questo (insieme al super-bassista Stanley Clarke).
Gregory Hines è morto nel 2003, a soli 57 anni, per un cancro al fegato.