Buon sabato,
ai colleghi della RAI che si sono iscritti con l’account aziendale suggerisco di riscriversi con uno privato: sono almeno tre settimane che questa rassegna non passa i filtri del cavallo.
In Italia, dal 2010 al 2020, sono stati chiusi 111 ospedali, 11 pronto soccorso e tagliati quasi 40mila posti letto.
Fino allo scoppio della Pandemia, lo Stato ha centellinato i finanziamenti pubblici (in Europa 15 paesi investono di più), annichilendo un sistema già in sofferenza, caratterizzato da sprechi e mancanza di visione.
Statemi bene,
Alessandro Loppi (*)
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OPINIONI
«Pure i fascisti ebbero i loro processi, ci mancherebbe, ma secondo una parabola alquanto diversa. Dopo una primissima fase a ridosso della Liberazione, sopravvenne nel giugno del 1946 l’amnistia Togliatti, di cui beneficiarono in prevalenza i fascisti. Divenuti magistrati della Repubblica, i magistrati del Ventennio affrontarono i processi per crimini fascisti con una benevolenza impudente, spesso annullando in appello condanne emesse in primo grado.
Al contrario, i partigiani furono perseguiti con durezza. Con una specie di controepurazione, vennero largamente espulsi dal corpo dell’amministrazione, poi furono chiamati a rispondere di atti senza veramente distinguere quelli ante e post Liberazione. Complice in questo la difficoltà reale di riconoscere legittimità, in assenza di legislazione ad hoc, agli atti di una guerra per definizione irregolare come quella partigiana.
I repubblichini poterono farsi scudo del codice di guerra, in quanto forze regolari - sedicenti regolari, naturalmente, essendo forza armata di uno Stato farlocco.In tribunale, e purtroppo in una non trascurabile quota dell’opinione pubblica, i partigiani erano viceversa dei fuorilegge»
[“Processo alla Resistenza”]
STORIE
Da non crederci: è stata comminata la prima multa spaziale; non nel senso di cifra da capogiro, ma inerente proprio allo Spazio. Leggete qui
MEDIA & MEDIA
«Le notizie non sono “contenuti”, i lettori non sono “utenti”, le storie non sono “sintesi”. Una stampa veramente libera controlla il proprio linguaggio dall’inizio alla fine. Sa da dove vengono le sue parole, come sceglierle e difenderle, e il potere che deriva dal loro utilizzo a favore del pubblico
Ma il linguaggio delle intelligenze artificiali non ha tale impegno nei confronti della verità, dell’eloquenza o dell’interesse pubblico. I loro sistemi utilizzano modelli statistici per indovinare quali ordini di parole e posizionamenti di pixel si adattano a quei modelli che i modelli computazionali hanno identificato in dataset immensi e in gran parte non esaminati. Si comportano, insomma, come “pappagalli stocastici”»
[“Libertà di stampa significa anche controllare il linguaggio dell’intelligenza artificiale”]
WEB/INTERNET
Avete un sito e volete bloccarne l’accesso a Bard? Google vi dice come fare
Solo per voi, la versione web di Photoshop
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DINTORNI
Alcuni ricercatori stanno sviluppando metodi per limitare i danni conseguenti all’uso dei deep fake
Dentro i dataset da cui attingono le informazioni alcune intelligenze artificiali c’è veramente di tutto. Il resoconto di Guerre di Rete
SOCIAL
Cancellare i propri post da Instagram è una prassi sempre più diffusa
COSE NOTEVOLI
Questa settimana, vi porto a Ōkunoshima, l’Isola dei Conigli
AMBIENTE
Quelli della Fondazione Feltrinelli hanno scritto un lungo e documentato resoconto su quanta energia e quanto inquinamento è consumata/prodotto da internet, ChatGPT, le piattaforme social, i Big Tech…
Il cambiamento climatico potrebbe influenzare anche i colori degli oceani
Visto il diametro ridotto delle particelle che lo compongono, il Pm2.5 (il cosiddetto particolato fine), è tra gli agenti inquinanti più pericolosi. L’Italia è il paese europeo in cui si registrano più decessi l’anno a causa del Pm2.5
SPIGOLATURE
Nel 2023, il mercato azionario globale ha raggiunto una capitalizzazione totale di $109 trilioni. Non riesco neanche a immaginarlo: quelli del Sole24Ore, invece, sì
Nella fatidica pubblicità della Esselunga, la mamma non ha una buona dizione, perché la E del frutto in questione si pronuncia con accento grave: pèsca, quindi; per come la pronuncia lei, diventa la terza persona dell’indicativo presente di péscare, che è tutt’altra cosa. Dopodiché, ecco una rassegna semiseria delle pèsche nell’arte
GLI AMICI SE NE VANNO
Lorenza Cingoli, autrice
SCIENZA
Notizie di scienza della settimana, al 30 settembre 2023
L’area vulcanica dei Campi Flegrei sta destando una certa preoccupazione. Lo stato delle cose, secondo Le Scienze
Quest’anno, il Nobel per la Fisiologia o la Medicina è stato assegnato a Katalin Karikó e Drew Weissman: senza di loro, non avremmo ottenuto il vaccino contro il Covid
Il Nobel per la Fisica, invece, è andato a Pierre Agostini, Ferenc Krausz e Anne L’Huillier perché hanno fornito all’Umanità nuovi strumenti per esplorare l’interno degli atomi e delle molecole
Per finire, il Nobel per la Chimica è andato a Moungi Bawendi, Louis Brus e Alexei Ekimov per la scoperta e la sintesi dei punti quantici che oggi illuminano i monitor dei computer e gli schermi dei televisori basati sulla tecnologia QLED
SPAZIO, ULTIMA FRONTIERA
La Stazione Spaziale Internazionale dovrà essere smantellata: è un processo lungo, ma necessario
Hanno intervistato il Capitano Picard… ehm, Patrick Stewart
A MODO MIO
Seconds Out
(ventesima parte)
Negli anni ‘80, nel mondo della Musica si verificò una curiosa rivoluzione dai confini iniziali non definiti, che scaturì anche da due elementi che stavano prendendo forma in quel periodo: la possibilità di suonare strumenti tecnologicamente avanzati che facilitavano anche chi non aveva una benché minima preparazione musicale; la smania dei 18enni di allora di uscire dal rock e dal punk.
Tra i suoi spontanei filoni emerse una sorta di pop spensierato che poteva piacere o non piacere, ma che segnò sicuramente la nostra generazione.
E uno dei suoi iconici rappresentanti furono gli Wham!, un quasi-duo, visto che per lustri abbiamo creduto fossero solo George Michael, forse e anche perché dopo seppe proporre un pop sempre più tirato e “pensato”, a volte di rara eleganza.
Da qualche anno, però, è tornata in auge anche la figura di Andrew Ridgeley, meno visibile del duo, meno “bello”, ma unanimemente considerato fondamentale per la riuscita del gruppo e di George Michael stesso.
Su una delle piattaforme private più popolari, trovate un ottimo documentario che gli rende giustizia