Buon sabato,
secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, risalenti al 2019, in Italia si uccidono 0,67 persone ogni 10mila abitanti.
In carcere, il rapporto sale a 13 ogni 10mila detenuti: venti volte di più che nel mondo libero [continua su The Vision].
Statemi bene,
Alessandro Loppi (*)
OPINIONI
«L’Italia è una società che invecchia e che si ripiega su sé stessa, in cui si accartocciano in una precocissima senilità politica anche le giovani generazioni […]
La rivoluzione iraniana è irriducibile ai canoni rivoluzionari cui il nostro paese è (appunto: senilmente) affezionato, che sono invece anti-imperialisti e anti-capitalisti […]
La american way of life sfrontatamente rivendicata dai giovani iraniani attinge a un immaginario politico e ideale molto distante da quello delle mitologie resistenziali della sinistra.
A destra, invece, il conformismo anti-islamico, declinato in chiave anti-migratoria e nazionalista, non avvicina affatto i sovranisti a quelle piazze oceaniche di manifestanti, che sono un monumento vivente alla globalizzazione e alla laicità»
[“La distanza di destra e sinistra dalla rivoluzione iraniana”, da Linkiesta]
STORIE
Tra i tanti giochi fioriti grazie a internet, c’è GeoGuessr: bisogna indovinare una località presa a caso dallo sterminato database dello street view di Google Maps, ma solo attraverso un dettaglio anonimo di una foto (tipo un palo della luce, un’insegna…).
Uno dei campioni riconosciuti è Georainbolt, qui intervistato da Wired
MEDIA
Fare giornalismo sulla base di documenti forniti dagli hacker sta diventando sempre più frequente. E c’è un’organizzazione che si sta ritagliando un ruolo fondamentale in questo scenario: Distributed Denial of Secrets (DDoSecrets)
[da Guerre di rete]Il Fatto non racconterà i Mondiali di Calcio in corso, per motivi nobili. Se posso fare un commento da italiano medio, mi piacerebbe poter viaggiare in un mondo alternativo e vedere se avrebbero fatto la stessa scelta con l’Italia invece qualificata
WEB/INTERNET
Gli italiani e il metaverso: un’accurata indagine dell’immancabile Vincenzo Cosenza (di cui peraltro uscirà un’intervista su ConverseRai)
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DINTORNI
Può un robot, comandato a distanza da un disabile, consegnare a domicilio quella leccornia che un tempo cucinava la nonna? L’esperienza di GiBot
«La persistenza dell’analogia con il cervello umano, a mio parere, ha un altro motivo. Dal momento che il cervello umano è l’unica macchina che conosciamo che consente di generare informazione e partecipare alla comunicazione, si tende a pensare che se vogliamo riprodurre questa capacità dobbiamo riprodurre il cervello umano. Ma oggi gli algortimi più avanzati mostrano che si può generare la capacità di partecipare alla comunicazione senza riprodurre il cervello umano»
[“Come cambia il linguaggio umano di fronte all’avvento del linguaggio artificiale?” Una conversazione con Elena Esposito]
SOCIAL
I social stanno morendo? Il dibattito è aperto
Negli USA, Twitch ha vietato lo streaming di video legati ai casinò online.
In Italia, invece, l'Agenzia dei monopoli non può intervenire, così i creator possono guadagnare anche sponsorizzando il gioco d'azzardoL’insopportabile anarchismo del Twitter di Musk, nel racconto di Franz Russo
Se poi volete andare via da Twitter, ecco dei buoni pratici suggerimenti
COSE NOTEVOLI
Siamo 8 miliardi: diamo un (bel) po’ di numeri
AMBIENTE
COP27, il resoconto de ilPost; i commenti di The Vision / Sole24Ore / FanPage / New Yorker / Fondazione Feltrinelli (quest’ultimo da leggere)
SPIGOLATURE
Visto che ci sono i Mondiali di Calcio, vi segnalo questo simpatico articolo che racconta i vari modi di abbracciarsi dopo un gol
GLI AMICI SE NE VANNO
Hebe de Bonafini, leader delle Madres de Plaza de Mayo (ne approfitto per consigliare la visione del bellissimo film “Argentina, 1985”)
Pablo Milanés, cantante (lo conoscete almeno per questo brano)
Hans Magnus Enzensberger, cuore pulsante di una Germania che non esiste più
SCIENZA
Notizie di scienza della settimana, al 20 novembre 2022
(questa voce non la cliccate mai; eppure, è tra le più interessanti e divulgative)Le basi neurali del senso estetico saranno il tema di una conferenza al Festival delle scienze di Roma: Le Scienze ha incontrato Semir Zeki, neurobiologo che, con i suoi saggi pionieristici, ha dato inizio a questo tipo di studi
Ogni giorno, migliaia di persone continuano a morire di/per Covid-19. Come mai e perché, in questo articolo di Scientific American
SPAZIO, ULTIMA FRONTIERA
Come si dice UFO in arabo?
Anche la NASA ha una policy social per gli astronauti
A MODO MIO
Seconds Out
(diciassettesima parte)
Sally Ride nasce a Los Angeles nel 1951. Da giovane dimostra eccellenti doti tennistiche; nei suoi studi, invece, dimostra prima una notevole passione per l’arte, poi consegue una laurea di primo livello in Inglese, quindi ottiene un master e un dottorato in Fisica all’Università di Stanford. Durante gli studi per la specializzazione, lavora anche come ricercatrice in astrofisica e in fisica del laser.
La carriera di Sally Ride alla NASA comincia con un semplice annuncio su un giornale: nel 1978, l’ente spaziale americano indice un corso per astronauti, per la prima volta aperto anche alle donne. Sally Ride passa la selezione, diventando dopo un anno Mission Specialist del Programma Space Shuttle: è un nuovo progetto della NASA che prevede il lancio di un veicolo in un’orbita terreste bassa, per poi farlo rientrare a missione compiuta; un modello allora innovativo che prevedeva la possibilità di riutilizzare la navetta in altre missioni analoghe.
Il 18 giugno 1983 è la data della vita per Sally Ride: è membro dell’equipaggio della missione STS-7, la settima del Programma Space Shuttle e la seconda della navetta Challenger. È la prima donna americana nello Spazio, terza donna in assoluto dopo le sovietiche Valentina Tereškova e Svetlana Savickaja. Insieme all’equipaggio dovrà mettere in orbita due satelliti, recuperarne un altro con l’aiuto di un enorme braccio robotico, eseguire numerosi esperimenti.
Nel 1984, Sally Ride svolge il secondo viaggio nello Spazio per la missione STS 41-G, sempre a bordo del Challenger. A conclusione di queste due esperienze, avrà totalizzato oltre 340 ore di attività extraveicolare, sospesa nel vuoto: da una parte il pianeta Terra, dall’altra lo Spazio più profondo.
Nel 1986, proprio mentre Sally Ride sta concludendo la preparazione per la sua terza missione, il Programma Space Shuttle subisce un drammatico arresto: il Challenger della missione STS-51-L si disintegra dopo 73 secondi dal lancio, causando la morte dei sette membri dell’equipaggio. Sally Ride sospende il suo addestramento e viene assegnata alla commissione d’inchiesta che dovrà indagare sulle cause dell’incidente. Viene quindi trasferita a Washington DC, nella sede centrale della NASA, dove fonda l’Office of Exploration, dirigendo un progetto di supporto all’agenzia spaziale americana.
Nel 1987, Sally Ride si trasferisce al Center for International Security and Arms Control dell’Università di Stanford; due anni dopo, insegna Fisica all’Università di San Diego e dirige il California Space Institute. Nel 2001 fonda il Sally Ride Science, per diffondere la scienza tra i bambini delle elementari e medie, concentrandosi soprattutto su bambine e ragazze; impegno che la vede scrivere anche sette libri per i più piccoli, sempre dedicati allo Spazio e allo studio della scienza.
Sally Ride muore a soli 61 anni, il 23 luglio del 2012, a causa di un cancro al pancreas. Sulla sua vita privata si è sempre saputo ben poco. Sposata brevemente con un altro astronauta, il suo necrologio rivelò che per 27 anni la sua compagna era stata Tam O’Shaughnessy, una docente dell’università di San Diego. Per questo motivo, è considerata a tutti gli effetti la prima astronauta LGBT+ della Storia